Refusi. Diario di un editore incorreggibile by Marco Cassini

Refusi. Diario di un editore incorreggibile by Marco Cassini

autore:Marco Cassini [Cassini, Marco]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Language Arts & Disciplines, Publishing, Personal Memoirs, General, eBook Laterza, Biography & Autobiography
ISBN: 9788842087809
Google: B6tROQAACAAJ
editore: Laterza
pubblicato: 2008-12-14T23:00:00+00:00


L’età dell’innocenza

(agosto)

Quest’estate ho letto l’autobiografia di Diana Athill, che racconta il suo mezzo secolo vissuto nell’editoria al fianco di André Deutsch, un intellettuale ungherese che nel secondo dopoguerra fondò a Londra la casa editrice che porta il suo nome. Parlando dei primi anni di lavoro, e di uno dei primi libri scelti per la pubblicazione, la Athill ricorda:

Perfino in giorni in cui c’era così tanta fame di libri, sarebbe stato davvero difficile trovare un’opera più evidentemente invendibile di quella. Eppure, una volta stabilito che si trattava di bei racconti, non ci pensammo su due volte a pubblicarli. [...] È triste ricordare quanto poco apprezzassimo il lusso di non doverci chiedere: «È un libro commercialmente valido?». Erano i giorni felici prima che questa domanda facesse ingresso nella nostra vita.

Il dilemma dell’editore si può riassumere tutto nella dualità fra il progetto culturale (che quasi tutti gli editori tendono a considerare una sorta di missione, in nome della quale si possono quindi compiere atti di insensato masochismo finanziario) e le molteplici implicazioni commerciali che un imprenditore sano di mente e attento alla propria attività dovrebbe anteporre agli aspetti romantici del mestiere. Un dilemma che può essere riassunto nella continua partita a scacchi fra direttore editoriale e direttore commerciale. E sintetizzato nella domanda (il cui ingresso nella vita di un editore può appunto, come dice Diana Athill, determinare la fine dell’età dell’innocenza) «È un libro commercialmente valido?». O, per dirla con la frase che più spesso viene pronunciata in una riunione in casa editrice, quando si parla di un libro che si vorrebbe pubblicare, e dalla parte descrittiva si passa a quella decisionale: «Sì, ma questo libro quanto vende?».

Forse non si tratta che di due diversi punti di osservazione dello stesso fenomeno. Valentino Bompiani, nel suo Il mestiere dell’editore, ha scritto: «La validità economica di un editore non può prescindere dalla validità culturale», dando così per scontata, necessaria, la riflessione sul risultato economico, e solo eventuale quella sul valore culturale. Personalmente, ribalto il concetto: la validità culturale (necessaria) di un editore non può prescindere dalla validità economica (da raggiungere e per ciò stesso eventuale).

Si può dire che buona parte dell’editoria indipendente viva ancora – e forse costantemente – nell’età dell’innocenza, e così è di certo anche per la mia casa editrice. Uno degli aneddoti ricorrenti fra le stanze del nostro ufficio quando si tocca l’argomento è quello secondo cui a un certo punto si decise che fosse il caso di iniziare a calcolare il cosiddetto «break even point» o punto di pareggio (ossia il numero di copie da vendere a un determinato prezzo di copertina perché le vendite ripaghino i costi di realizzazione del libro) perché era diventato necessario dotarci di strumenti di controllo e previsione, ma ben presto si smise di fare questi calcoli perché inevitabilmente, per ogni libro, i numeri ci portavano alla conclusione che sarebbe stato meglio non pubblicarlo. E altrettanto inevitabilmente, nonostante mancasse l’imprimatur del direttore commerciale, il direttore editoriale (cioè io) decideva di pubblicarlo ugualmente.

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